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(Ansa)
Economia

I migliori investimenti del 2025

Gabriel Debach, Italian market analyst di eToro, spiega come sarà l'andamento dei mercati nel 2025

Un 2025 con nuove opportunità da cogliere e nuovi protagonisti. È positivo l’Outlook 2025, un anno caratterizzato da quattro parole: “cambio di rotta, politica, volatilità e obbligazioni e diversificazione dei portafogli”, spiega a Panorama.it Gabriel Debach, Italian market analyst di eToro.

Partiamo da un 2025 record per la borsa, italiana e americana in particolare. È stata una sorpresa, si aspettava una salita, ma non a tali livelli. Un anno fa a quest’ora prevaleva un Outlook positivo, ma a doppia velocità. Abbiamo avuto la preoccupazione di una recessione (che non c’è stata), una dura politica monetaria, due guerre. Ma c’è stato il boom dei mercati azionari con indici a doppia cifra, in particolare in Italia e indici statunitensi positivi, trainati dalle magnifiche Sette con “sotto storie” al suo interno (come il boom fintech e delle small cap di recente)”, inizia Gabriel Debach

Che anno sarà il 2025 per i mercati?

Sarà un altro anno positivo. Ci sono diversi scenari che teniamo in considerazione. Innanzitutto, il rallentamento si materializzerà. Le strette monetarie delle banche centrali inizieranno ad avere effetto sull’economia. Ci aspettiamo un rallentamento, ma sappiamo che i mercati finanziari non sono l’economia: un rallentamento economico non toglie la positività ai mercati. Ci aspettiamo qualcosa di positivo perché se pensiamo ai risparmi attuali da parte dei mercati (quasi un trilione di dollari accumulati solo quest’anno nei mercati monetari) certo è una coperta calda nei momenti di paura, ma con lo scenario dei tagli dei tassi d’interessi questi flussi potrebbero tornare nei mercati. Nel 2025 ci aspettiamo il passaggio, piano piano, degli “investimenti orsacchiotto”, quelli soprattutto con bilanci solidi e tecnologici, a investimenti su tipologie di mercati ciclici e sensibili ai tassi di interesse come il real estate e il sanitario, che possono cogliere le nuove opportunità e che sono stati i perdenti del 2025.

Cosa si aspetta dal mercato azionario e da quello obbligazionario?

Vedo bene entrambi i mercati, in un momento in cui non dovrebbero esserci rialzi dei tassi, ma ci sia avvia ai tagli. In un contesto di tagli dei tassi e di rallentamento economico che creerà volatilità credo che il mercato obbligazionario possa offrire quello che è venuto a mancare negli ultimi anni; quindi, quell’apporto al portafoglio che non c’è stato. In questo momento abbiamo visto l’investitore che davanti alle cattive notizie macroeconomiche reagiva positivamente, perché vedeva come un catalizzatore per spostare l’ago della bilancia su possibili tagli da parte della Fed. Nel 2025 dovremmo assistere a qualcosa di diverso: le cattive notizie potrebbero spaventare l’investitore e il mercato obbligazionario potrebbe offrire un supporto. Quindi dovremmo assistere ad un ritorno ai classici portafogli 60 e 40 o comunque con una maggiore diversificazione….

Per quanto riguarda il mercato azionario la questione è il problem timing. È difficile capire quando si creerà quella rotazione del portafoglio, prevedere il momento esatto. In questo momento di rally dei mercati abbiamo visto i perdenti di quest’anno essere i migliori beneficiari. Mi aspetto che questo rally prosegua nel prossimo anno, ma non come una linea retta che continua a salire. Ora stiamo vedendo una fine di quell’ euforia, ma difficile prevedere quando il mercato passerà da un eccessivo peso alle tecnologie e alle magnifiche Sette a dare maggior spazio a settori più sensibili alla politica dei tassi come real estate, sanitario e small cap, che potrebbero offrire interessanti opportunità.

Con quali parole definirebbe il 2025 dei mercati?

Un anno di cambiamento, perché ci sarà il cambio di rotta delle banche centrali e si vedranno gli effetti. Un anno politico: ci saranno le elezioni negli Stati Uniti, in India (rappresentano quasi il 40% della popolazione mondiale, il 60% Pil mondiale e 80% della capitalizzazione mondiale). Un anno in cui la volatilità farà come sempre da padrona, tenendo in considerazione l’incertezza politica e il rallentamento economico. E un anno in cui vedere le obbligazioni come opportunità, anche legata alla diversificazione. Abbiamo visto la diversificazione sempre più mancare negli ultimi anni, dove tecnologia, Nasdaq e crescita a tutti i costi hanno dominato i mercati. Negli ultimi tempi è iniziato il cambiamento. La preoccupazione di un rallentamento economico fa emergere la necessità di diversificare. Mi aspetto che l’investitore medio sia prudente, ma mi aspetto che nella gestione del capitale vengano sfruttate le opportunità date dalle alternative mancate negli ultimi anni. Con le obbligazioni che offrono interessanti opportunità, mi aspetto una buona gestione del capitale, facendo un mix.

Un ritorno dei piccoli e medi investitori?

Difficile. Questa euforia dei mercati ha portato a decisi afflussi di capitale, ma non mi aspetto un deciso ritorno da parte dei piccoli e medi investitori perché l’effetto dell’inflazione e lo scenario di rallentamento economico in Europa si fanno sentire. Negli Stati Uniti inizia anche a venire meno il cuscinetto dei risparmi. Non mi aspetto quindi un deciso ritorno sui mercati, come abbiamo visto nel periodo Covid. Per questo bisognerà aspettare oltre il 2025.

Cosa si augura per i mercati nel 2025?

Di vedere la Cina rialzare la china. È un mercato finanziario considerato emergente, quindi non deve mai eccedere in un’alta percentuale del proprio portafoglio (ci manteniamo stabili con meno 10% per le emergenti). Il mio augurio è di rivederla crescere, dopo anni di delusioni. Parliamo di un’economia che comunque continua a crescere e che può nel 2025 spronare i mercati emergenti. E considerando che si cerca di diversificare con il dollaro che potrebbe perdere parte della propria forza, le economie emergenti potrebbero beneficiarne. Mi piacerebbe vedere le emergenti tornare in voga, anche se non devono essere la scommessa nel portafoglio, ma devono essere una parte del capitale. Devono tornare co-protagoniste.


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